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EMDR

Il Servizio di Psicologia Clinica utilizza l’EMDR (Eye Movement Desensitisation and Reprocessing = Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) come strategia di elezione per il trattamento dei traumi e dello stress traumatico.
Quest’approccio è stato introdotto da Francine Shapiro nel 1989 e da allora la terapia è stata scientificamente autenticata come intervento psicoterapeutico per il PTSD (Foa, Keane, Friedman, & Cohen, 2009).Tale intervento è basato sul fatto che un’esperienza traumatica, grande o piccola che sia, se non elaborata può provocare ripercussioni negative sulla salute psico-fisica di una persona. I traumi gravi, definiti con la “T” maiuscola, sono eventi percepiti come una minaccia alla propria vita (es. disastri naturali, aggressioni, guerre). Tali eventi […] producono un’intensa sensazione di paura, di impotenza estrema e uno schiacciante senso di perdita del controllo. […] D’altro canto, i traumi lievi (i traumi con la “t” minuscola) si associano alle esperienze innocue ma moleste che incontriamo nella vita di tutti i giorni. Hanno come risultato alcuni tra gli stessi sentimenti della categoria precedente e comportano conseguenze più estese. […] Eventi di tal sorta, proprio come i traumi gravi, possono insediarsi nella mente e governare per decenni il nostro comportamento. (EMDR F. Shapiro e M.Silk Forrest, Astrolabio 1998).
Scopo dell’EMDR è quello quindi di consentire all’individuo di elaborare correttamente il trauma e il suo ricordo, desensibilizzandolo e facendogli perdere la carica emotiva negativa attribuita. L’EMDR accede ai ricordi di queste esperienze ma non si sofferma su di essi e, come invece può accadere con la terapia tradizionale, non si protrae per anni. Si tratta infatti di una terapia focalizzata, orientata al presente, che fa uso di alcune tra le più recenti ricerche nelle aree della neurofisiologia. Il trattamento EMDR utilizza procedure standardizzate per collegare reti di memoria traumatica con reti più adattive, durante stimolazioni sensoriali bilaterali, modificando così le caratteristiche della memoria traumatica e portandola a una risoluzione adattiva e trasformando le cognizioni, le sensazioni e le emozioni associate (Shapiro, 2001, 2002; Shapiro & Forrest, 1997).
La tecnica, nella sua fase applicativa, utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra mentre il soggetto si focalizza sul problema. Dopo una o più sedute di EMDR l’immagine legata al trauma cambia forma e contenuti, i pensieri intrusivi legati all’esperienza traumatica sfumano, diventando meno disfunzionali. “L’elaborazione dell’esperienza traumatica che avviene con l’EMDR permette al paziente, attraverso la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva che avviene, di cambiare prospettiva, cambiando le valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche.” (Associazione EMDR).
Diversi studi recenti riportano che le persone che ricorrono a EMDR dall’84 al 90% sono guarite dallo stress post traumatico (EMDR F. Shapiro e M.Silk Forrest, astrolabio 1998).
Lazrove, S., Triffleman, E., Kite, L., McGlashan, T., & Rounsaville, B. (1998). An open trial of EMDR as treatment for chronic PTSD. American Journal of Orthopsychiatry, 68(4), 601-608.
Rothbaum, B. O. (1997). A controlled study of eye movement desensitization and reprocessing in the treatment of posttraumatic stress disordered sexual assault victims. Bulletin of the Menninger Clinic, 61(3), 317.
Wilson, S. A., Becker, L. A., & Tinker, R. H. (1995). Eye movement desensitization and reprocessing (EMDR) treatment for psychologically traumatized individuals. Journal of consulting and clinical psychology, 63(6), 928.
Wilson, S. A., Becker, L. A., & Tinker, R. H. (1997). Fifteen-month follow-up of eye movement desensitization and reprocessing (EMDR) treatment for posttraumatic stress disorder and psychological trauma. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 65(6), 1047.

  • Le visite dei parenti ai pazienti ricoverati saranno ad accesso libero, dalle ore 15 alle ore 17 di tutti i giorni, festivi compresi.

  • Rimane in vigore l’obbligo della presenza in reparto di una sola persona per paziente.

  • Rimane in vigore anche la raccomandazione, per il paziente e per il visitatore, di indossare una mascherina FFP2 o chirurgica per tutta la durata della visita in caso di sintomi respiratori.

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